
Beny Conte, musicologo e musicista palermitano, al telefono ha una voce molto gradevole e giovanile L’accento siciliano l’ha perso da un po’ma le sue opere letterarie e musicali sono cariche di tutto quello che la sua Sicilia gli ha insegnato. Insegnante, musicista, scrittore, Beny Conte è poliedrico …
Il suo ultimo album “Il ferro e le muse”edito da MusicForce, da lo stesso nome anche al libro in cui descrive il punto di vista dei cittadini, dei palermitani di fronte a eventi drammatici che hanno segnato la storia politica palermitana e italiana….La mafia, il dolore, le stragi…
Al telefono quasi commosso mi dice “Io in quel palazzo che hanno fatto saltare all’aria ci passavo ogni giorno! Lì davanti a quel portone con mio padre, ci sono persino stato, abitava una compagna di scuola”.
E ancora con grande emozione continuando mi dice…
“Nessuno si è mai preoccupato di noi palermitani e di come potevamo sentirci dopo tanta distruzione. Autostrade distrutte, famiglie decimate, i veri perdenti chi sono stati?
Noi palermitani per tutto quello che abbiamo visto, sentito e toccato con mano in questi anni… La mafia ha voluto espugnare la nostra terra e noi abbiamo lasciato che questo accadesse…”
Insomma se il disco ha la funzione di ricordare, il suo libro è un modo per non dimenticare chi non ha mai avuto una vera voce, una vera considerazione: I palermitani che non sono mai stati interpellati!
In effetti se facciamo un attimo mente locale, i mass media, la tv, la stampa, hanno parlato della magistratura, dei politici, ma dei cittadini mai…Nessuna testimonianza!
Il suo libro è una sorta di “rivincita” che ridà spazio alla Sicilia interpellando proprio i siciliani, i palermitani, gli italiani!
Quello che emerge dalla chiacchierata telefonica è l’assenza di una giustizia reale, una dimensione quasi surreale, una antimafia ufficiale più che reale…
Fatta questa premessa, al telefono, continuiamo a parlare della sua vita, anche lui, anche Beny, ha maturato la sua passione per la musica grazie al padre che durante l’infanzia e l’adolescenza amava insegnargli l’uso di vari strumenti…
La musica per lui è sempre stato uno strumento per esprimere le emozioni e non un “supermercato” dove sfornare prodotti…Prima ascoltare un disco era un vero e proprio rituale, ci racconta Beny.
Di fronte alla mia domanda ,che cosa pensi dei ragazzi che si definiscono alternativi ?
Lui mi risponde cosi “Oggi i ragazzi sono privi di personalità, anche i cosidetti alternativi, in realtà sono anonimi, programmati verso un percorso commerciale, è un momento in cui la musica tende verso il basso, sembra che tutto anche le emozioni siano confezionate” Se oggi la musica è solo un prodotto, in passato invece, Sanremo era” la consacrazione della musica” e ascoltare un disco in vinile era una esperienza sensoriale a tutti gli effetti”
Implacabile a questo punto della nostra conversazione, la mia curiosità che mi spinge a richiedergli da dove nasce la musica che scrive…?
La sua riposta mi spiazza: “La musica nasce grazie a dei pensieri, se non hai dei pensieri di cosa parli?”
Non è la distorsione della chitarra ma del pensiero che fa la differenza, sia che tu faccia musica rock o musica classica…Prima esisteva una certa cultura, si leggeva Kafka, c’erano modelli da seguire, ora la musica leggera dilaga e nessuno legge più libri!”
In quel momento i miei pensieri si illuminano e quindi scatta la mia osservazione…. Ma la musica leggera quindi che funzione ha se non riveste più il compito di “illuminarci?”
Beny risponde togliendomi ogni dubbio…
” Le orecchie che sanno ascoltare sono poche ormai, la musica leggera? Una caramella da vendere a tutti!
Il mio pensiero è in linea con il buon vecchio filosofo Adorno che diceva che la musica leggera è un instupidimento progressivo delle masse!”
D’altraparte non è un caso che questo grande musicologo, abbia scritto prima del “Ferro e le Muse” un altro libro intitolato “Una musica leggera per una società leggera” 😉
Il tempo vola al telefono e in men che non si dica sono passate quasi due ore, le lancette segnano le 22.00!
Una piacevole chiacchierata serale in cui si evince al termine dei nostri discorsi dedicati alla musica, come cuore, testa e mente messi a disposizione della società siano purtroppo qualità di pochi artisti di oggi.
Un messaggio di speranza traspare dalle sue parole “ Quando l’insegnante è creativo e diventa amico dei suoi allievi creando e costruendo un buon rapporto veicoli buona musica, perché quello che ci rende dei musicisti veri non è solo il risultato finale ma il percorso che fai per arrivare” , parafrasi in un certo senso del grande P.Coehlo quando afferma “Il cammino è la meta” 😉
Quindi cari amici e lettori …Detto questo…
Quando create un brano, leggete un libro, o ascoltate una canzone, ecc…Siate attenti, dove vi sta conducendo quello che avete iniziato?
Se volete saperne di più su Beny Conte, se vi ho incuriosito, cliccate qui: https://www.quotidianpost.it/beny-conte/